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I due giornali di proprietà del presdelcons, “Libero” e “il Giornale”, hanno lanciato una campagna per boicottare il pagamento del cosiddetto canone RAI. Non certo per strangolare Raitre e gli ultimi avamposti della sinistra in TV, visto che il provvidenziale Bonaiuti ha detto stasera al TG1 che non esiste censura, che nessuno vuole zittire nessuno, che “basta accendere la TV per sentire una decina di campane diverse” (forse lui parla della TV svizzera). Non sicuramente per azzerare Santoro, la Gabanelli, la Dandini e Fazio.
Allora, se Bonaiuti non dice le bugie come Pinocchio, perchè i giornaletti di cui sopra dicono, e qui si fa veramente fatica a restare seri, che bisogna boicottare la RAI perchè Santoro è fazioso e perchè ci sono tutti quei brutti programmi contro il presdelcons?
Mi scuso con i lettori ma devo proprio citare Vittorio Feltri, mettete a letto i bambini:

Per quale arcano motivo devo passare del denaro agli imbonitori della sinistra che insultano coloro i quali non la pensano come loro, li diffamano e li descrivono quali nemici della democrazia? Già l’idea in sé di un abbonamento imposto ai telespettatori è assurda in un mercato basato sulla concorrenza; se poi quell’abbonamento non è legato a una scelta – come è il caso di Premium o di Sky – bensì alla sola proprietà di un televisore, non ci sto. Non ci sto perché ci sono programmi che non voglio vedere né giustificarne la messa in onda contribuendo a finanziarli.”

Lo so che il relativismo è una cosa brütta-brütta che fa tanto soffrire il santo padre, ma vorrei dire ai boicottatori a pelo folto che lavorano per il re di Arcore-Prussia, che il discorso si potrebbe facilmente rovesciare. Io non pagherei più il canone perchè non sopporto il TG1 e considero Minzolini, Vespa e relative compagnie di giro dei faziosi e mi scoccia assai dover pagare i cento euri per loro, guarda un po’!

Caro (visto lo stipendio) Feltri, l’arcano motivo di cui parla si chiama democrazia. Io, per esempio, non sopporto Italia1, Retequattro e Canale5.
Ebbene, mi basta evitare accuratamente di guardarli, punto. Non mi fa piacere che milioni di italiani si spappolino i neuroni guardando ore e ore di pubblicità inframmezzata da culi-tette-culi-tette-tette-culi-maria de filippi, ma la democrazia impone che non si possa impedire ai suddetti di farlo.
Però, perlamatrioska, se io non chiedo la chiusura di “Lucignolo” per manifesta indegnità, perchè si dovrebbero chiudere i programmi di Santoro, Fazio, Gabanelli, Dandini ecc.?
Perchè sono contro il governo? Ma dove siamo, nel paese dei figli di Putin?
Per dirla tutta, non guardo nemmeno quei programmi perchè Santoro lo trovo noioso, Fazio paraculo (amo solo la Littizzetto), la Dandini mi sta sui maroni per la voce e perchè se la tira da intellettuale, e di tutti salvo solo la Gabanelli perchè è l’unica che fa le inchieste come “60Minutes”.

Caro (nel senso di costoso) Feltri, la sua richiesta di rimozione del canone RAI è più pelosa di un visone di Fendi.
Innanzitutto lei gioca sull’equivoco perchè i cento euro che paghiamo all’anno non sono l’abbonamento alla RAI, come i 50 e rotti al mese per Sky, ma appunto quell’ottocentesca gabella che tassa il possesso dell’apparecchio televisivo e che, sono d’accordo con lei, non si è mai vista nemmeno nell’ultima delle Repubbliche Sovietiche. Se io acquisto un televisore perchè poi dovrei pagarne l’utilizzo? Allora perchè non succede lo stesso con il frigorifero?
Detto che è un’iniqua gabella che paghiamo anche, paradossalmente, per tenere acceso il televisore su “Studio Aperto”, visto che è una tassa sul possesso dell’apparecchio, che c’entra questo con il fatto che non si deve più pagare per non dare soldi alla sinistra ed ai suoi imbonitori, come li definisce? Ribadisco, non si dovrebbe dover pagare nemmeno per Vespa, Minzolini e la Claretta Petruni, allora.
Non le piace un programma e non le basta girare canale o spegnere, come faccio io quando vedo la Parodi e le pentole di Mastrota. No, lei vuole proprio eliminare il programma ed il conduttore. Impedirgli di lavorare e guadagnarsi da vivere. Complimenti per il liberalismo.

Vogliamo dire la verità? I soldi che arrivano alla RAI dal canone sono solo una parte dei suoi introiti, visto che l’evasione dello stesso è una piaga secolare. Per il resto c’è la pubblicità. Togliendo il canone, la RAI ne avrebbe un grave danno economico, dovrebbe ridurre le spese, fare programmi più scadenti e la pubblicità, di conseguenza, si sposterebbe sulle reti Mediaset, ovvero sulle televisioni di proprietà del suo datore di lavoro, caro (ovvero oneroso) Feltri.
Il quale, già padrone del digitale terrestre grazie ad un provvedimento ad hoc che ha rifilato i decoder del fratellino nelle case degli italiani praticamente a gratis ma sui quali già ci vuole la tessera a pagamento, si appresterebbe forse a diventare l’unico padrone della TV (a parte l’avamposto degli uomini perduti La7 e la Sky di Murdoch).

Gli italiani beoti abboccano al trappolone dell’ingiusta gabella e accorrono al richiamo dell’evasione della tassa. Quale dolce musica per gente che già considera un furto il bollo auto e quando trova la multa sul parabrezza la getta nel cestino dei rifiuti. E’ questo l’italiano modello che piace ai giornali infeltriti ed ai loro padroni.
Non sanno gli italioti che il futuro della TV generalista è segnato e che un domani sarà tutto a pagamento, anche Beautiful e il Grande Fratello.

Vi siete chiesti perchè la tv a gratis fa così schifo? Perchè è più dannosa dell’ecstasy per i cervellini che la guardano?
Perchè lo scopo è rendere appetibile il sistema a pagamento. Ma, ecco il colpo di scena, visto che anche sul DT e sul satellitare ormai c’è più pubblicità che sulla tv a gratis, si andrà a finire che, un domani, gli italiani ormai assuefatti alla loro dose giornaliera di stronzate inframmezzate da pubblicità, dovranno pagare per averla. Non più allo Stato ma ad un privato, il loro amato Berlusconi, diventato pusher unico di ecstasy televisiva tagliata male.

Un giornale serio avrebbe chiesto non di eliminare il pluralismo dalla RAI, ma di eliminarne la lottizzazione politica, come da tempo si auspica.
Perchè non si chiede di eliminare la pubblicità dalla RAI e farla diventare veramente un servizio pubblico come la BBC, dove la gestione dell’azienda è fatta non da dirigenti guastatori provenienti dalla concorrenza ma da professionisti dello spettacolo e basta?
In Spagna hanno tolto la pubblicità dalle reti pubbliche e gli ascolti sono aumentati. Lo ha fatto anche Sarkozy in Francia. La gente apprezza una televisione meno mercificata e più informativa. Sembra impossibile ma disintossicarsi dal film interrotto ogni dieci minuti da dieci minuti di pubblicità si può. Ci si potrebbe e anche disintossicare dall’ossessione della par condicio, dal dibattito con obbligo di Mavalà e Gasparri, dalla scemenza che “un servizio pubblico non può parlare male del governo”.

Il problema è che forse una televisione più seria, veramente depoliticizzata ma in grado di offrire le più varie opinioni confidando solo nella maturità dello spettatore nel giudicarle, senza tette e culi gratuiti e insopportabile pubblicità, danneggerebbe gli interessi in conflitto del presidente del consiglio?

Un anno fa su questo blog: “Voglio la testa del CEO”

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