
Me lo ricordo benissimo, al mare d’estate. Se il vicino d’ombrellone teutonico alzava un po’ la voce con i kinder, gracchiando un “strunzachtfunfkunstengeselshafftscheissevierden!”, vedevi il nonno sussultare, aggrottare le sopracciglia e borbottare infine “Boia di tugni’!..” (tedeschi, n.d.t.)
Perchè a me capita la stessa cosa oggi con la coppia di badanti della mia vicina, (li chiameremo Ivan e Svetlana), anzianotti e per altro assolutamente inoffensivi (spero)?
Non sono cosacchi e nemmeno usano far abbeverare i cavalli alla fontanella del giardino, eppure mi sorprendo, vergognandomene, a guardarli con sospetto. Non nascondo che si tratta proprio di sindrome da accerchiamento quando lei mi osserva di rimando con un’espressione da “io ti spiezzo in due” (ho il vago sospetto che la cosa sia reciproca).
Il motivo di questa reazione non sarà perchè sono venuta su in un periodo in cui dire russo significava solo ed unicamente nemico? E per giunta mica un nemico così ma uno che ti avrebbe volentieri distrutto senza dire “ba” con un bel fungo atomico velenoso facendosi una risata molto carasciò.
Non sarà perchè guardando quegli emozionanti film di fantascienza americani anni cinquanta sugli ultracorpi non mi era sfuggita, come a tutti gli altri spettatori, la rozza metafora? I baccelloni non sono baccelloni in realtà, sono i russi, che vogliono invaderci e distruggerci, portandoci via tutto ciò che abbiamo.
Ricordate, tanto per dirne una delle più recenti, l’angosciante canzone sfilacciamaroni di Sting, “Russians”, dell’era reaganiana?
Sono passati tanti anni. Da un giorno all’altro i russi sono ufficialmente diventati amici con i quali fare lingua in bocca, non sono mai stati comunisti (ma quando mai) ed è stato permesso loro di invaderci in forma strisciante, sotto forma di corpulente signore di una certa età che a volte si portano dietro i mariti (sicuramente ex Armata Rossa, forse addirittura ex KGB). A queste Stevlane affidiamo con assoluta fiducia addirittura i nostri vecchi ed amati genitori.
Non ci sono più i russi di una volta, dice.
L’ex canaglia del KGB dalla coscienza foderata d’amianto frequenta i salotti buoni e piscia nei cessi dorati nelle ville dei più virulenti anticomunisti. Con una enorme ed ipocrita spugnona si sono cancellati quarant’anni di guerra fredda perchè faceva comodo così.
L’inconscio però è una brutta bestia e l’imprinting un grandissimo figlio di puttana. Non puoi fregarli tanto facilmente. Dopo che hai martellato per anni un concetto nel cervello della gente non puoi pretendere di farlo sparire da un giorno all’altro con una specie di “Se mi voti ti cancello”.
Quindi, se noi siamo stati allevati a latte e “maledetti russi”, loro sono venuti su con l’idea che noi eravamo dei capitalisti di merda. E’ un pensiero che dobbiamo accettare, che ci piaccia o no. Ecco perchè dicevo che il guardarsi in cagnesco era reciproco.
Stai a vedere che l’unico modo per riavere una sinistra in Italia sarà dare il diritto di voto a Svetlana ed Ivan. Molto, molto carasciò.
8 commenti
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settembre 9, 2008 a 7:27 pm
vril gesellschaft
settembre 9, 2008 a 7:34 pm
riccardo gavioso
l’articolo è come sempre molto stimolante… che dire: coi russi ho in comune il fatto di non amare molto i giornalisti, ma per me Polonio è pur sempre un personaggio di Shakespeare 😉
settembre 10, 2008 a 12:09 am
Anonymous
La loro idea non era sbagliata anche se adesso forse lo hanno un poco dimenticato,restiamo sempre quei capitalisti di merda ora piu che mai.
Saluti.
Un tipo serio
settembre 10, 2008 a 7:39 am
juni
il sospetto solitamente nasce verso qualcosa che non si conosce bene o, come dici tu, ci è stato inculcato. Ti lascio immaginare la confusione di chi è cresciuto con i nonni e i genitori che smadonnavano contro “‘sti mone de ‘taliani che ne ga invaso”, e oggi, oltre ai “‘taliani” si ritrova circondato anche da russi (comunisti), rumeni (ladri), albanesi (delinquenti) e tanti altri luoghi comuni…! Un casino. Si vive circondati dai nemici, nella paura.
😉
[Paura di cosa, poi, non si sa…]
settembre 10, 2008 a 8:37 am
Rumenta
ADDAVENI’ BAFFONE!
settembre 10, 2008 a 8:52 am
morpheus
No, Lameduck, tu quoque? Anch’io sono cresciuta sentendo che i Russi erano cattivissimi, ma Rachmaninov, Bulgakov e Kandinskij mi salvavano dalla paura. Vado a lezioni di russo e l’ insegnante è l’opposto di tutti gli stereotipi sui Russi.
So che l’ironia ti accompagna, ma chiamare matrioska una russa è come chiamare un italiano ‘maccarone’. Mi sembrava di leggere un leghista stranamente intelligente 😉
A me preoccupa di più La Russa coi baffi che ha il cadreghino di ministro della difesa.
settembre 10, 2008 a 1:50 pm
Lameduck
@ riccardo
Tra un mese Putin compie gli anni. Speriamo non gli regalino l’ennesimo giornalista morto. Ormai ne ha un armadio pieno.
@ un tipo serio
si, in fondo noi non siamo per nulla cambiati.
@ juni
l’importante, per qualcuno, è che noi si abbia paura di qualcosa.
@ rumenta
😀
@ morpheus
perchè matrioska ti sembra dispregiativo? E’ come in romagnolo quando si chiama la padrona di casa “arzdora”, può sembrare dispregiativo ma non lo è. Non facciamoci condizionare dal politically correct verbale.
Lo so che è questione di contesto, ma hai presente i film di Spike Lee dove i protagonisti neri si chiamano regolarmente l’un l’altro “nigga”? 😉
settembre 10, 2008 a 11:48 pm
morpheus
Lameduck
Nah, non mi faccio condizionare dal politically correct, era più una questioni di stereotipi.
Ho presente sì i film di Spike Lee, ma chiama tu nigga uno qualsiasi ad Harlem o in Mississippi. 😉 Come sai bene, molti afroamericani odiano quell’abitudine.
Eh va là pprta pazienza, come usava dire, ho un’educazione da orsoline. 😉