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Provate però in questi giorni a far notare ad un vostro connazionale, che sicuramente se ha qualche soldo in banca lo ha, come me, investito in titoli di stato, che quel criminale, attaccato al potere per difendere il suo tesssoro, è disposto a mandarlo in rovina ed altri milioni di persone con lui, senza rimorsi. Niente.
Provate a fargli entrare in quella testaccia di italiano di merda che al suo premier non gliene frega un beneamato del default dell’Italia perché, tra l’altro, quelle metastasi dei suoi figli lo spingono a resistere per non perdere l’eredità. Tale il padre, peggio i figli. Niente, nessuna reazione.
A fargli capire che la grande vittoria di B. sarà quella di fallire non prima di aver depredato fino all’ultimo centesimo un intero paese senza che questo potesse difendersi, legato a vita al proprio carnefice. Per stupidità, immoralità e vigliaccheria.
In un paese sano di mente questa mattina ci sarebbero dovute essere le piazze piene dei risparmiatori a gridargli: “Dimettiti subito, bastardo, che ci mandi in rovina!”. Viste le perdite in Borsa e il disastro causato dal suo non voler mollare l’osso, nonostante i segnali inequivocabili dei mercati, qualche imprenditore o la Marcegaglia a nome di Confindustria, invece di birignaolare di crescita e baratro potrebbero denunciarlo per danni. Migliaia di citazioni. Altro che De Benedetti. Roba da sostituire tutte le sue televisioni con i monoscopi.
Anche la politica, dal canto suo, potrebbe agire finalmente. L’opposizione potrebbe sfiduciarlo subito e Napolitano, bioparco, potrebbe sciogliere quelle maledette Camere di parassiti dichiarando l’emergenza nazionale e facendolo arrestare per attentato alla Costituzione. Nello Zimbabwe lo avrebbero già fatto.
Non lo fanno perché lo temono. Ne sono tutti terrorizzati. Si cacano sotto. Sono una manica di vigliacchi. Temono l’imbonitore televisivo di pentole, il puttaniere, il pagliaccio, l’impresario d’avanspettacolo, il barzellettiere sconcio. Temono Kaiser Soze.
Ne avete tanta paura? E che può farvi? Può mettere forse qualche bomba in uno stadio, far saltare una stazione con il C4? Oppure può fare un golpe militare con le sue zoccole travestite da marines? Oppure pensate che sia inamovibile perché l’impero lo sta usando contro di noi per motivi suoi e la CIA lo protegge? O che abbia dietro di sé la Mafia, l’esercito o chissà quale potere tremendo, forse il fottuto diavolo in persona?
Se è così allora è giunto il momento di dirlo. Di parlar chiaro e dire: “Non lo si può cacciare via per questi gravissimi motivi, perché ha promesso di spedirci le teste dei nostri figli per posta se non facciamo come dice lui”.
Che siamo un paese di merda, con un popolo di vigliacchi come questo che si lascia massacrare senza reagire, è vero ogni giorno di più.
Lui e i suoi vogliono andare alle urne. Nonostante i costi improponibili, nonostante pare gli italiani non sarebbero più disposti a votarlo, dicono i sondaggi (ma non ne sarei così sicura). Se vogliono andare al voto nonostante i sondaggi sfavorevoli, staranno pensando sicuramente a qualche broglio, ad un colpo di mano finale.
Tutti lo sanno ma non hanno il coraggio di dirlo. Hanno paura di evocarla, la signora. Forse anche lui lo sa e sta sfidando qualcuno in un gioco al massacro, in un redde rationem dove potrebbe lasciarci le gorge come il suo defunto amico beduino.
Speriamo allora che urne siano ma cinerarie.
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B. in Jabba look |
Riprendo dal blog di Beppe Grillo questa intervista a Franco Maccari, segretario generale del Sindacato di Polizia COISP perché è molto interessante come testimonianza del malessere delle forze dell’ordine nei confronti del governo del (dire di) fare.
Maccari non rivendica solo la provocazione di qualche giorno fa dei “lacrimogeni sparati dentro il ristorante del Senato” chiedendosi giustamente se, beccandoselo i politici il gas CS, non potrebbe venir fuori tra l’altro e finalmente la verità sulla sua pericolosità ma denuncia le promesse mancate del “governo delle dichiarazioni” sull’ordine pubblico e la sicurezza dei cittadini.
Con questo governo degli onesti tutto sembra fatto apposta per impedire alle forze dell’ordine di fare il loro mestiere di perseguire e contrastare la criminalità. Tutto serve allo scopo, perfino tagliare del 10% il cibo per i cani poliziotto.
Maccari denuncia come si continui, ad esempio, ad impegnare personale nel rilascio dei passaporti. Con le automobili della polizia a secco per la mancanza di benzina a causa dei tagli, il governo avallava poi la buffonata legaiola delle ronde, con gli agenti obbligati a lasciar perdere i delinquenti per scortare manipoli di esaltati giustizieri della notte ad evitare che la notte facesse loro del male.
Ma ancora, ai poliziotti girano vorticosamente i Maroni per le scorte di polizia alle escort presidenziali. Il porco utilizzo, come dice Maccari, delle auto blu.
E’ insomma una testimonianza importante, di quelle che nessun Minzolini ti farebbe mai ascoltare.
In un mondo dove è diventato normale che suoni a distesa solo la campana dei ladri, almeno per una volta parlano le guardie.
Però la vecchia è di pellaccia dura, non so se basteranno.
Magari alla fine è proprio vero che è stato lui a chiedere ai francesi, tedeschi e BCE l’imposizione della manovra, per poter dare la colpa agli altri e dire: “Mi ci hanno costretto loro, io non volevo”, come sospetta malignamente Eugenio Scalfari. E’ riuscito a farsi imporre di governare ma il prezzo che ha pagato – non di tasca sua ma con i nostri soldi – è di far commissariare l’Italia, quindi sottoporla ad una umiliazione, ed esporre il nostro paese al ricatto delle banche anche per il futuro.
Gli italiani, sbollita la rabbia di queste ore, dovranno capire una volta per tutte che questo essere in fondotinta li ha ridotti in questo stato perché non ha governato, non ha fatto un cazzo per diciassette anni. E perché? Perché aveva altro per la testa: i processi, le puttane, gli affaracci privati con Gazprom e Gheddafi, le sue aziende che perdono in Borsa, i maltolti da restituire e le beghe familiari.
La cosa paradossale è che, su suggerimento o no dei badanti europei, non lo sapremo mai, all’interno di una manovra che va a mungere sempre le solite vacche in puro stile democristiano, è stato costretto a fare qualcosa di doveroso. Si, poteva farlo meglio e c’erano mille altre cose da fare allo stesso tempo, come vedremo, ma almeno qualcosina, poco poco, c’è.
La tracciabilità dei pagamenti in contanti, che era una norma già approvata dal centrosinistra da lui tolta in seguito. Ora è stato costretto a reintrodurla “per colpa della Merkel” o di Alfredo.
Il giro di vite su scontrini e ricevute. L’aumento dell’età pensionistica delle donne a 65 anni che, con un’aspettativa di vita di sei anni più degli uomini e, se vogliamo la parità, è giusta. Andava estesa anche al settore pubblico, però, non solo nel privato. Lì però bisogna capire Rocky Roberts Bossi, che ha una mogliera baby pensionata da difendere.
Cosa si sarebbe dovuto fare in più? Possiamo sbizzarrirci fino a domani mattina.
Ad esempio il taglio delle spese militari, l’abolizione dei privilegi fiscali della Chiesa, prima di tutto dell’esenzione dell’ICI per tutte le proprietà del clero; lotta vera all’evasione attraverso l’aumento della detraibilità delle spese mediche così da indurre il cittadino a richiedere sempre la fattura al medico e la possibilità di detrarre molte più spese di quanto si possa fare oggi, ovvero quasi tutto come succede all’estero.
La tassa sui redditi oltre 90.000 euro – equivalente ad uno stipendio di 7.500 euro al mese, che è proprio un bel reddito, anche se stamattina sentivo giornalisti piangere come vitelli sgozzati al pensiero di non saper più come mettere insieme il pranzo con la cena – non risolve di certo il problema della patrimoniale, che anzi è stata introdotta di fatto per i dipendenti che vedranno il proprio TFR parcheggiato per altri due anni prima di poterne usufruire. Si tratta in alcuni casi di parecchie migliaia di euro che verranno a mancare a famiglie che magari avevano programmato, grazie a quella somma, di poter tirare il fiato per un po’.
Si trattiene il TFR forse per aver il tempo di rimettere a posto nei fondi le somme precedentemente sottratte? Non sono riuscita a ritrovare l’articolo, letto giorni fa, e la notizia è quindi tutta da verificare, ma pare che siano già stati fatti in passato dei prelievi dai fondi TFR senza consenso, in periodi di necessità di liquidi e che, a causa delle proteste, lo Stato sia stato poi costretto a rifonderli nottetempo.
Al di là delle 50.000 poltrone (poltroncine, più che altro strapuntini) tagliate a livello delle amministrazioni locali, non vi è nella manovra alcunché a svantaggio della Casta, che continuerà a banchettare con meno di cinque euro nella mensa di lusso del Senato e che non vedrà alcun decurtamento dei propri stipendi. Nessun allineamento dei trattamenti pensionistici al resto della popolazione per i parlamentari, ad esempio, che continueranno a ricevere pensioni prima dell’età anagrafica consentita, dopo appena qualche anno di servizio.
Si, è stato introdotto il divieto di cumulo delle cariche ma sono bazzecole.
Nel settore dello sviluppo, a parte un discorso fumoso su fantomatiche liberalizzazioni e privatizzazioni (e sarebbe interessante sapere quali aziende private avrebbero i soldi per acquistare le municipalizzate), non c’è nulla. Solo tasse, balzelli, scudi da pagare, cambiali e tratte.
Insomma, per concludere. I ricchi ricchi e quelli della Casta non pagano o pagano solo un piccolo pegno simbolico. Pagano i soliti, compresi molti appartenenti all’elettorato berlusconiano. Non i grandi imprenditori di riferimento, i grandi evasori e gli innominabili ma quelli della Terra di Mezzo, coloro che sono ricchi quanto basta per non potersi ancora permettere di comperarsi qualche finanziere che chiuda un occhio. Quelli che, visti dalla Terra dei dipendenti a 1000 euro al mese sono dei privilegiati e, visti dalla Luna dei megaricchi, dei poveri straccioni. Gente che è stata colpita dal furiosissimo sdegno divino* per non essere riuscita a riventare ricca come Berlusconi e che quindi deve pagare.
(* E’ ufficiale, Guzzanti senior sniffa la bomboletta di flit.)
A leggere i primi articoli dei suoi giornaletti di famiglia e soprattutto i commenti dei papiminkia, a parte qualche indomito passerottino nei secoli fedele, si capisce che una buona fetta del suo elettorato il bagonghi del consiglio se l’è fottuta per sempre.
Forse ha messo in conto anche il fatto di non potersi più presentare alle elezioni e allora, che muoia Angelino con tutti i filistei. Forse sta pensando veramente di doversene andare, magari su suggerimento imperiale.
Non in galera perché ha più di settant’anni e nemmeno i compagni di merende di Pacciani rimasero in galera dopo quell’età. Ma obbligarlo a prender su baldracche e burattini, le sue metastasi famigliari e mandarlo ad Antigua in esilio, con divieto assoluto di rientro pena lo sparare a vista, non ci starebbe male.
Come si è visto ieri sera, ha continuato a sbugiardare, è più forte di lui. Lo farebbe anche con un M16 puntato.
Il debito pubblico lo hanno creato i governi dal 1978 al 1992 – ma si è guardato bene dal nominare il Cinghialone, perché un po’ di riconoscenza per i vecchi amici e mentori gli è rimasta. Poi, dal 1992 ad oggi, siccome ha governato quasi sempre lui, a parte qualche parentesi prodiana e tecnica, delle responsabilità dell’aumento del debito pubblico si perdono le tracce. A seguire il suo ragionamento si sarebbe arrivati dal 1992 al 2011 direttamente, con il teletrasporto.