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Quello che sorprende, in più, del Blue Ray è la rassomiglianza con la qualità cinematografica del grande schermo.
L’altro giorno ho acquistato l’ennesima edizione di quello che forse è il mio cult movie per eccellenza, “Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo” di Spielberg. Uno dei due o tre film che sono riuscita a vedere più di venti volte e che ogni volta riesce ad affascinarmi, probabilmente non solo per gli effetti speciali ma per chissà quali motivi reconditi.
Vediamo, in VHS ne ho almeno tre versioni, poi un cofanetto con tre DVD e ora il blue-ray in una confezione lussuosissima tutta sbrilluccicosa.
Nonostante si tratti di un film del 1977 e quindi non certamente girato con le attuali tecnologie digitali, riguardandolo l’altra sera in BD – sebbene il mio televisore sia solo HD-ready quindi non pompato al massimo della definizione, ho rivissuto la stessa emozione di quando lo vidi la prima volta al cinema, una sala genovese appena convertita al Dolby.
I notturni sono stupefacenti, così come i dettagli e soprattutto l’arrivo dell’astronave madre in tutto il suo splendore di luci colorate, una vera e propria apparizione cinematografica, quasi una versione laica di Fatima.
Una tecnologia fantastica. Peccato che, per poter visionare il Blue-ray di “Bastardi senza gloria” abbia dovuto aggiornare il firmware del lettore, perchè non se lo filava proprio. Lettore, badate bene, regalatomi dalla mia dolce metà per Natale e quindi ancora nuovo di pacca. E’ una tecnologia in costante aggiornamento, ti dicono nelle avvertenze, alcuni lettori potrebbero non leggere i BD. Siamo agli apparecchi con il bugiardino.
Io che ho la connessione internet e smanetto con facilità sono riuscita a tirar giù il file di aggiornamento, masterizzarlo su CD e darlo in pasto al lettore BD che, dopo varie operazioni, è riuscito finalmente a masticare Tarantino ma, mi chiedo, chi non ha la stessa abilità, che fa?
A proposito di alieni. Oggi ho visto “District 9”, che è un film da vedere e da far vedere. Soprattutto ai leghisti.

L’immagine poi è tipica dell’iconografia classica di fine anno. L’anno nuovo raffigurato come un bambino, in questo caso un po’ speciale, come ricorderanno gli amanti di 2001. Sullo sfondo, non la Terra ma Giove che simboleggia la prosperità. Scusate ma, invecchiando, sto diventato tremendamente junghiana. Mi acchiappano le simbologie e le sincronicità. Spero di non trasformarmi in un eroe di Dan Brown perchè sarebbe la fine.
Interessante è anche lo slogan del film che recitava: “L’anno in cui un gruppo di Americani e Russi intraprese la più grande avventura di tutti i tempi, per vedere se c’era vita oltre le stelle.”
Ah, l’ineffabile romanticismo degli anni sessanta! E come ci siamo ridotti in questo nuovo millennio…
L’Uomo è da un po’ che è sceso dal pero cosmico e non guarda più alle stelle ma alle più terrene stalle.
Quale avventura potremmo mai intraprendere quest’anno che non sia l’uscita definitiva, si spera, dalla crisi economica e dalle numerose guerre cominciate da una banda di delinquenti che oggi, a distanza di 9 anni da quel “2001” (sincronicità, sincronicità!) sta rialzando la cresta in cerca di nuovi disastri da combinare in giro per il mondo?
Si devono fare gli auguri, oggi, e facciamoceli. Salute, sicurezza economica nel senso di tutto ciò che non rappresenta precarietà, serenità (di conseguenza), affetti e sesso a tutto spiano, pace e crescita (nel senso individuale, perchè quella economica è una cazzata che ci sta portando alla rovina tranne pochi profittatori).
Nel nostro piccolo penisulare, cosa potremmo desiderare di più di liberarci di una zeppa di bassa statura che ci impedisce, ormai da decenni, di andare avanti in tranquillità e di pensare ai problemi generali, oppressi come siamo dalle sue personali magagne, e di lasciarcelo alle spalle per sempre? Oggi non lo nomino perchè non voglio farmi andare per traverso quella stupenda pasta al forno che un’amica mi ha preparato con tanto affetto ma è chiaro a chi mi riferisco. Che sia veramente l’anno della liberazione. Magari mandiamolo a vedere se ci sono altri mondi in giro per la galassia al posto di Americani e Russi ma l’auspicio sia, “fuori dai coglioni”.
Ma che amore e amore. Ho detto sesso, prima.

Bossi rincara la dose dal Congresso federale della Lega: Il capo di Forza Italia parla meneghino ma nel cuore e’ palermitano. La Fininvest e’ nata da Cosa Nostra. Lo tengono in piedi perche’ rappresenta i loro interessi al Nord, e’ il loro “figlio di buona donna“ . (La Padania, 27 ottobre 1998)
Poi non si sa cosa sia successo. Una invasione silenziosa ma con effetti disastrosi. Non sappiamo esattamente quando ma ci hanno invasi, scegliendo il nebbioso Nord perchè forse l’Homo Padanus si prestava meglio alla riprogrammazione, per sue caratteristiche intrinseche.
Diciamo che dal tronco di castagno dirozzato con l’accetta con in bocca sempre il “brot terùn” ed il “và a laurà, barbù”, è venuto fuori un bel burattino docile, anzi un pupo, manovrato da una classe dirigente per massima parte di vulgata sicula.
Il Nord Italia, che stava quasi per fare la rivoluzione, basta leggere gli illuminanti brani citati all’inizio e gli altri che possono essere gustati qui, è ormai quasi completamente dominato da questa razza di ultrapirla neoprogrammati che sono stati sostituiti uno per uno agli esemplari di Homo Padanus.
L’Homo Padanus era quello che l’aveva sempre duro, che rivendicava con orgoglio un sano istinto riproduttivo rigorosamente eterosessuale. Eppure, dopo che un morbo terrificante ha succhiato dall’interno e completamente la sua volontà, ora idolatra e fa lingua in bocca con un vecchio che millanta virilità con due dita di fondotinta in faccia, il capello tinto, le scarpe con la zeppa come i divi del glam rock e i modi da primadonna isterica.
In alcuni casi disperati, l’invasione ha centrifugato il cervello al padano senza che lui se ne accorgesse, trasformandolo in un pingue borghezio assetato di sangue musulmano. Il famoso vampirla.
Come si riconoscono i più perfezionati vampirla o i comuni ultrapirla? Da qualcosa di verde addosso. Una cravatta, un fazzoletto, il colore della pelle che vira verso il color pisello quando gli si parla di extracomunitari.
C’è una cura che possa far rinsavire gli ultrapirla? Non si sa per certo. Forse una bella botta in testa, o evitare di esporli alla riprogrammazione continua attraverso i televisori sintonizzati su Italia1 nei bar e ristoranti.
Si dice che qualcuno, al quale i parenti amorevolmente leggevano e rileggevano i vecchi articoli anni ’90 della Padania abbia perfino riacquistato la memoria e sia guarito.
Provare non costa nulla.
P.S. Cari amici della Repubblica, del Guardian e del Times. Mettetevi comodi e in pantofole che qui, per le risposte del Cavalier Incipriato, c’è da attendere parecchio. Quel giornalista della Padania sta ancora aspettando dal 1998.
PP.SS. Per i Papiboys. Il tema del post è: “Il voltafaccia della Lega. Spiega con parole tue perchè la Lega si è venduta a Papi”. Vota questo post su OKNotizie!

Bossi rincara la dose dal Congresso federale della Lega: Il capo di Forza Italia parla meneghino ma nel cuore e’ palermitano. La Fininvest e’ nata da Cosa Nostra. Lo tengono in piedi perche’ rappresenta i loro interessi al Nord, e’ il loro “figlio di buona donna“ . (La Padania, 27 ottobre 1998)
Poi non si sa cosa sia successo. Una invasione silenziosa ma con effetti disastrosi. Non sappiamo esattamente quando ma ci hanno invasi, scegliendo il nebbioso Nord perchè forse l’Homo Padanus si prestava meglio alla riprogrammazione, per sue caratteristiche intrinseche.
Diciamo che dal tronco di castagno dirozzato con l’accetta con in bocca sempre il “brot terùn” ed il “và a laurà, barbù”, è venuto fuori un bel burattino docile, anzi un pupo, manovrato da una classe dirigente per massima parte di vulgata sicula.
Il Nord Italia, che stava quasi per fare la rivoluzione, basta leggere gli illuminanti brani citati all’inizio e gli altri che possono essere gustati qui, è ormai quasi completamente dominato da questa razza di ultrapirla neoprogrammati che sono stati sostituiti uno per uno agli esemplari di Homo Padanus.
L’Homo Padanus era quello che l’aveva sempre duro, che rivendicava con orgoglio un sano istinto riproduttivo rigorosamente eterosessuale. Eppure, dopo che un morbo terrificante ha succhiato dall’interno e completamente la sua volontà, ora idolatra e fa lingua in bocca con un vecchio che millanta virilità con due dita di fondotinta in faccia, il capello tinto, le scarpe con la zeppa come i divi del glam rock e i modi da primadonna isterica.
In alcuni casi disperati, l’invasione ha centrifugato il cervello al padano senza che lui se ne accorgesse, trasformandolo in un pingue borghezio assetato di sangue musulmano. Il famoso vampirla.
Come si riconoscono i più perfezionati vampirla o i comuni ultrapirla? Da qualcosa di verde addosso. Una cravatta, un fazzoletto, il colore della pelle che vira verso il color pisello quando gli si parla di extracomunitari.
C’è una cura che possa far rinsavire gli ultrapirla? Non si sa per certo. Forse una bella botta in testa, o evitare di esporli alla riprogrammazione continua attraverso i televisori sintonizzati su Italia1 nei bar e ristoranti.
Si dice che qualcuno, al quale i parenti amorevolmente leggevano e rileggevano i vecchi articoli anni ’90 della Padania abbia perfino riacquistato la memoria e sia guarito.
Provare non costa nulla.
P.S. Cari amici della Repubblica, del Guardian e del Times. Mettetevi comodi e in pantofole che qui, per le risposte del Cavalier Incipriato, c’è da attendere parecchio. Quel giornalista della Padania sta ancora aspettando dal 1998.
PP.SS. Per i Papiboys. Il tema del post è: “Il voltafaccia della Lega. Spiega con parole tue perchè la Lega si è venduta a Papi”. Vota questo post su OKNotizie!

Bossi rincara la dose dal Congresso federale della Lega: Il capo di Forza Italia parla meneghino ma nel cuore e’ palermitano. La Fininvest e’ nata da Cosa Nostra. Lo tengono in piedi perche’ rappresenta i loro interessi al Nord, e’ il loro “figlio di buona donna“ . (La Padania, 27 ottobre 1998)
Poi non si sa cosa sia successo. Una invasione silenziosa ma con effetti disastrosi. Non sappiamo esattamente quando ma ci hanno invasi, scegliendo il nebbioso Nord perchè forse l’Homo Padanus si prestava meglio alla riprogrammazione, per sue caratteristiche intrinseche.
Diciamo che dal tronco di castagno dirozzato con l’accetta con in bocca sempre il “brot terùn” ed il “và a laurà, barbù”, è venuto fuori un bel burattino docile, anzi un pupo, manovrato da una classe dirigente per massima parte di vulgata sicula.
Il Nord Italia, che stava quasi per fare la rivoluzione, basta leggere gli illuminanti brani citati all’inizio e gli altri che possono essere gustati qui, è ormai quasi completamente dominato da questa razza di ultrapirla neoprogrammati che sono stati sostituiti uno per uno agli esemplari di Homo Padanus.
L’Homo Padanus era quello che l’aveva sempre duro, che rivendicava con orgoglio un sano istinto riproduttivo rigorosamente eterosessuale. Eppure, dopo che un morbo terrificante ha succhiato dall’interno e completamente la sua volontà, ora idolatra e fa lingua in bocca con un vecchio che millanta virilità con due dita di fondotinta in faccia, il capello tinto, le scarpe con la zeppa come i divi del glam rock e i modi da primadonna isterica.
In alcuni casi disperati, l’invasione ha centrifugato il cervello al padano senza che lui se ne accorgesse, trasformandolo in un pingue borghezio assetato di sangue musulmano. Il famoso vampirla.
Come si riconoscono i più perfezionati vampirla o i comuni ultrapirla? Da qualcosa di verde addosso. Una cravatta, un fazzoletto, il colore della pelle che vira verso il color pisello quando gli si parla di extracomunitari.
C’è una cura che possa far rinsavire gli ultrapirla? Non si sa per certo. Forse una bella botta in testa, o evitare di esporli alla riprogrammazione continua attraverso i televisori sintonizzati su Italia1 nei bar e ristoranti.
Si dice che qualcuno, al quale i parenti amorevolmente leggevano e rileggevano i vecchi articoli anni ’90 della Padania abbia perfino riacquistato la memoria e sia guarito.
Provare non costa nulla.
P.S. Cari amici della Repubblica, del Guardian e del Times. Mettetevi comodi e in pantofole che qui, per le risposte del Cavalier Incipriato, c’è da attendere parecchio. Quel giornalista della Padania sta ancora aspettando dal 1998.
PP.SS. Per i Papiboys. Il tema del post è: “Il voltafaccia della Lega. Spiega con parole tue perchè la Lega si è venduta a Papi”. Vota questo post su OKNotizie!