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Dal film: “Alien” |
Napalm sulle pupe del gangster fasciste che odiano e disprezzano chi è affetto dall’orribile malattia dell’onestà e anche – perché mi sono proprio rotta le palle – su chi le difende solo perché donne e quindi “sorelle” e quindi “la prostituzione è colpa della società, del maschilismo, eccetera”. Sorelle un cazzo. Se dovessero spingerci dentro una camera a gas lo farebbero per una borsa di Vuitton. Mandatele a pulire i cessi delle stazioni, a sollazzare qualche decina di extracomunitari al giorno in un centro d’accoglienza, a tirar su cinquecento euro per sera a venti euro di bocca sulla statale Adriatica, da consegnare per intero a due bei papponi albanesi amanti del coltello e del bastone. Napalm sulla loro bellezza temporanea, sulla loro sfacciata impudenza di cicale stercorarie.
Napalm ovviamente sui palazzi d’inverno e d’estate, sulle seconde, terze e quarte residenze, sui mausolei troppo tristi e vuoti, sui falsi vulcani e le ville rubate alle bambine. E che lui cessi di soffrire raggiungendo una pace eterna dei sensi.
Si accettano ulteriori suggerimenti. Abbiamo scorte sufficienti.
* grazie Gianguido.
Di primo acchito, centocinquantamila euro per un Bucchino paiono francamente eccessivi.
Pensando però che l’utilizzatore finale ha incassato in un anno dividendi per 118 milioni, allora la cifra diventa addirittura offensiva.
Vista la difficoltà nel portare a piena maturazione il progetto “Futuro e Libertà”, con un Fini che sembra dover affrontare un percorso più arduo di un Mortirolo scalato su una bicicletta dalle ruote sgonfie, non riesco a togliermi dalla mente un sospetto.
Ripensando al fuori onda delle bombe atomiche, risalente all’estate scorsa, non sarà che qualcuno ha giocato un brutto tiro a Gianfranco Fini, facendogli credere che qualcun’altro fosse finalmente pronto a parlare e che di conseguenza Berlusconi avesse le orge contate per questioni penali ben più gravi di una concussione per coprire il reato compiuto con la minorenne e quindi la transizione di leadership al governo fosse questione imminente?
Questo qualcuno potrebbe essersi presentato come amico fidato e volonteroso sponsor della nascita di una destra nuova, moderna e finalmente presentabile in Italia, avrebbe fatto uscire allo scoperto Fini rassicurandolo dell’appoggio di amici importanti, quelli che contano e fanno muovere ogni foglia, ma poi, al dunque, lo avrebbe lasciato in balìa delle banderuole arruolate nella nuova formazione (possibili infiltrati, figuranti e comparse con l’ordine di tirarsi fuori al momento giusto) e di una stampa goebbelsiana asservita al padrone, in grado di fabbricare scandali dalla consistenza dello zucchero filato ma pesanti come il piombo sulle varie case di Montecarlo.
E’ ovvio che una nuova destra al posto di quella da casino di Berlusconi non è solo Gianfranco Fini ma tante persone che devono mettersi insieme anche nella società civile per costruirla o tirarla fuori dai nascondigli, ma in una realtà schiava dell’immagine come la nostra, un leader, un punto di riferimento, ci vuole. Ecco perché i mestatori all’opera ci tengono tanto a distruggere la leadership di Fini.
Perché ho questo sospetto del tranello giocato a Gianfranco? Perché questi amici importanti, spesso, alle destre moderne e democratiche ed alle transizioni morbide all’insegna della tutela ed al ristabilimento della legalità, dopo le peggiori dittature o pseudo tali, comprese queste nuove versioni oligarchico-mafiose, preferiscono altro. Magari una più comoda, per loro, continuità con il passato.
Li avete sentiti, del resto. “Berlusconi è un pagliaccio ma non abbiamo mai avuto tanti vantaggi come con lui al governo.” Direbbe Totò: “Berlusconi è come la serva, serve”. Una serva imperiale.

Il depliant l’ho letto dopo sotto l’ombrellone e mi ha fatto piacere leggere delle belle proposte concrete che non includevano più, finalmente, la “risoluzione del conflitto di interessi”. Meno male, tanto quando lo promettono e vanno al governo non lo fanno. Abbiamo fatto un passo avanti. Un piccolo passo per il PD e un doppio carpiato con avvitamento all’indietro per l’umanità.
Sono notoriamente fissata con la questione dell’inciucio e del collaborazionismo, per cui non mi è parso vero, intanto che ero lì tra nettarine e pedalò, di fermarmi per rivolgere ad uno dei volontari un bel rimprovero da elettrice delusa. “Però non si doveva permettere a questo individuo di arrivare dove è arrivato. Ci sono delle responsabilità precise dell’opposizione, in questo paese”. Come dire, il governo è alla frutta ma voi gli avete permesso intanto di mangiarsi antipasto caldo e freddo, tris di primi, secondo con contorno, grigliata mista, assaggio di fritto, dessert, caffè e grappino. Il riferimento era chiaro e lampante ma niente, non ho ricevuto risposta. Tantomeno quella che un tempo si sarebbe chiamata autocritica. I revisionisti mandati in giro con il cappello d’asino. Niente, tanatogramma piatto. Solo un rassegnato “Eh, si…” come se stessimo parlando dell’inevitabilità di un meteorite che viene giù dal cielo.
* Leggo adesso sul sito del PD: “5mila sportine con il logo del PD, oltre 40mila volantini con le proposte del partito per un’Italia più giusta, 5 quintali di pesche della Romagna”. Apperò!

Cari Filistei, avete ‘sti due bei Sansoni che vi trascineranno nell’abisso con loro pur di non crepare da soli. Contenti voi.