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Mentre il governo di occupazione del satiro perseguitato e dei suoi addetti/e alla pompetta vara la manovra rinsecchita che tartassa il popolo, scontenta i padroni e fa pure incazzare i poliziotti, gli altri paesi che stanno combattendo un po’ più seriamente la crisi globale provano a farne pagare le conseguenze prima ai furbi che ai soliti fessi, adottando misure di una certa serietà contro la piaga dell’evasione fiscale.
Non sono notizie facili da trovare sui media distratti dal lato B di Pippa; bisogna scavare un poco in rete ma alla fine le notizie si trovano. Come i tartufi.
Nel mese di agosto è stato sottoscritto in via preliminare e sarà definitivamente siglato entro settembre un accordo di pace fiscale tra  la Confederazione Elvetica e la Germania al fine di combattere l’esportazione illegale di capitali tedeschi tra monti e valli d’or e costringere gli evasori a pagarci su le relative tasse. 
E’ il cosiddetto “piano Rubik”, ideato dagli svizzeri e da loro proposto a numerosi stati europei. L’accordo è prossimo alla firma anche con la Gran Bretagna e vi sono già interessamenti concreti da parte di  Austria e Grecia.
Le banche svizzere che detengono capitali di cittadini stranieri provenienti dai paesi che sigleranno l’accordo del “piano Rubik”, chiederanno ai loro clienti la prova che già pagano le tasse nel loro paese. In caso contrario, fermo restando il mantenimento del segreto bancario, le banche si impegnano a farsi sostituti d’imposta per conto di quei paesi e ad applicare una ritenuta del 26% sui capitali, che poi sarà girato al fisco del paese di origine dei clienti.
Qualcuno potrebbe pensare che d’ora in avanti, se il piano Rubik avrà successo e sarà approvato da altri paesi, converrà esportare capitali in altri paradisi fiscali piuttosto che in Svizzera.
Gli gnomi non sono impazziti, sono stati in un certo senso costretti a concepire un accordo del genere per sopravvivere ai sempre più frequenti attacchi, anche di provenienza americana – vedi il caso UBS – al loro preziosissimo principio del segreto bancario. In cambio della salvaguardia dei loro altarini, le banche svizzere offrono una contropartita in denaro – a carico dei loro clienti – agli stati colpiti dal fenomeno dell’esportazione illegale di capitali e ottengono in cambio un’apertura agevolata all’accesso di banche e società svizzere ai mercati europei dei servizi finanziari. Do ut des, Clarice.
Dai bei propositi passiamo alla crudezza dei conti. Quanto prevede di incassare il fisco tedesco dall’accordo con la Confederazione Elvetica?  4 miliardi di euro, 1,5 dei quali verrebbe anticipato dalle banche elvetiche entro trenta giorni dalla stipula del contratto a titolo di garanzia e come segno di buona volontà. 
Mentre la Svizzera gli stana gli evasori preservandone la privacy, dal canto suo la Germania applicherà una  sorta di scudo fiscale per sanare il passato, una liberatoria con aliquote che variano dal 19% al 34%, a tener conto del patrimonio accumulato in base agli anni di detenzione dei capitali in Svizzera. 
Pagata la liberatoria, dal  1° gennaio 2013 i tedeschi con capitali in Svizzera potranno scegliere – ob torto collo – se portare i capitali allo scoperto e pagare le relative tasse in Germania o accettare la tassazione alla fonte applicata dalle banche svizzere.
Finito di parlare delle persone serie, ci tocca a questo punto parlare dei simpatici italiani. La Svizzera, che conta una clientela italiana di tutto rispetto nel settore esportazione di capitali all’estero, del valore stimato tra i 130 e i 230 miliardi di euro, aveva proposto l’accordo anche a noi cialtroni, ricevendo una mappata di picche come risposta.
Recentemente, in occasione del complicato travaglio per il parto della manovra finanziaria, il capogruppo dei Democratici in commissione Bilancio, Pier Paolo Baretta, aveva proposto un emendamento che avrebbe introdotto il piano Rubik anche in Italia, con un recupero per l’erario calcolato tra i 5 e i 9 miliardi di euro. La proposta era stata apprezzata dal Presidente della Commissione, il leghista maroniano Giancarlo Giorgetti che però non si era preso la responsabilità di presentarlo personalmente in aula, lasciando al PD l’onore e l’onere di farlo. Mossa che è stata interpretata con il timore di dispiacere a qualcuno all’interno della Lega e della coalizione di governo.
Il piano Rubik infatti, indovinate un po’, non piace a Tremonti e i motivi del suo rifiuto ad introdurlo in Italia sono considerati inspiegabili dagli esperti. Del resto questo è il governo che ha concepito quel ridicolo ed insultante 5% di liberatoria sui capitali rientrati in Italia. E’ il governo di un Presidente del Consiglio che considera legittima l’evasione fiscale e che si forgia leggi ad personam per risparmiare sulle tasse delle proprie aziende. E’ il governo infine che preferisce attingere sempre ed ogni volta alle sicure ma sempre più magre buste paghe piuttosto che toccare le vacche sacre dell’evasione come quegli imprenditori che prosperano sul lavoro nero, quei professionisti con l’allergia per la fattura, quei commercianti dallo scontrino recalcitrante, quegli artigiani con gli Hummer intestati alla nonna con la pensione sociale e tutta quella immensa e variegata platea di gente dal tenore di vita altissimo che risulta però nullatenente e che vanno, tutti assieme, a costarci circa 300 miliardi di euro all’anno. Per non parlare degli introiti della criminalità organizzata, calcolati in 135 miliardi di euro nel 2010
Solo volendolo quindi si potrebbero raggranellare molti dei soldi necessari alla manovra economica e soprattutto alla ripresa economica, scegliendo di tartassare i disonesti al posto degli onesti.
Evidentemente però, i partiti di questo centrodestra berlusconiano considerano gli evasori fiscali – nel senso il più generale possibile del termine – la punta di diamante del loro elettorato di riferimento e sono disposti a tutto pur di difenderne il comportamento truffaldino. Chissà cosa ne pensano gli elettori onesti che li hanno comunque votati? E’ questo il motivo per cui notizie come quella sul “piano Rubik” sono così difficili da sentire per televisione?

La crisi sta minando ovunque i privilegi delle Caste e i governi seri sanno che non si possono pretendere i sacrifici dalla gente comune che lavora e stenta a campare, mentre queste gozzovigliano alla faccia loro.
Negli Stati Uniti, paese notoriamente restìo al discorso più tasse per i ricchi, il presidente Obama tenta di far capire ai Repubblicani che anche i ricchi devono cominciare a pagare di più, dopo la politica di sconti outlet per gli alti redditi inaugurata con il reaganismo. I paesi europei prendono provvedimenti seri contro l’evasione, scegliendo la serietà di chi .
Solo noi facciamo finta di non capire che, seppure i ricchi continueranno a non entrare nel Regno dei Cieli, qualche cammello, per amore o per forza, dalla cruna dell’ago bisognerà cominciare a farcelo passare.

Ecco cosa si può scoprire chiacchierando amabilmente con qualcuno che lavora in banca all’Ufficio Titoli, di fronte ad un Vodka Martini agitato, non mescolato.
Le agenzie come Standard&Poors, Moody’s ecc. che abbassano i rating dei paesi europei fanno soprattutto gli interessi degli Stati Uniti, che stanno combattendo l’Euro con tutte le armi a disposizione, comprese quelle non convenzionali del terrorismo finanziario. E tutto ciò per difendere un impero ormai in disfacimento, terrorizzato che gli scambi petroliferi, ad esempio, in futuro possano effettuarsi in euro e non più in dollari.
(Quando le stesse agenzie però abbassano il rating agli USA cos’è, solo un té avvelenato per Obama o qualcos’altro?)
Per difendersi dagli attacchi dello Zio Sam – cito a memoria e mi scuso per eventuali imprecisioni – ci vuole un ministero europeo dell’economia che permetta di controllare il debito di ciascun paese a livello centrale, unificandolo. Una volta centralizzato il debito sarebbe più facile controllarlo attraverso l’Eurobond. O meglio e più esattamente, l’E-bond, titolo di debito denominato in euro. Questo obbligherebbe i paesi poco virtuosi tipo noi e la Grecia a darsi una bella regolata, inserendo l’obbligo di pareggio di bilancio in costituzione e quelli virtuosi come Francia e Germania ad impegnarsi per venire in aiuto dei paesi in difficoltà.
(La fattibilità di questo collettivismo kolkhoziano finanziario non è che mi convinca granché, ad essere sincera.)
I paesi europei senza l’Euro e ritornati alle vecchie divise farebbero tutti la fine della Grecia, ci sarebbe una spaventosa inflazione, le cavallette e, nel caso che la Germania uscisse dal club dell’euro, visto che non c’è alcuna legge che la obbliga a rimanere, si dovrebbero subito ritirare tutti i soldi dalle banche e ritornare al caro vecchio materasso
(Questa però non l’ha detta il bancario, ma l’ho letta su un giornale in spiaggia, attribuita ad un economista greco. Il quale forse ha preso una Cantonata, chissà?)

«Cos’è rapinare una banca a paragone del fondare una banca?»

Berthold Brecht

Notizie dal prossimo futuro

“Questa mattina alcuni passanti sono stati rapinati da una banca di fronte alla quale stavano incautamente passando. Le persone coinvolte, due pensionati e una casalinga, sono stati aggrediti da bancari mascherati ed armati di fucile a canne mozze ed alleggeriti della pensione appena ritirata e di alcuni risparmi.
Le forze dell’ordine, a fronte di sempre più frequenti atti di rapina compiuti dalle banche ai danni di inermi cittadini, invitano gli stessi a non transitare da soli e in possesso di denaro contante nei pressi degli istituti di credito”.

Postfazione

Avete notato che non stanno dando la colpa dell’attuale crisi finanziaria ai comunisti?


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“Questa mattina alcuni passanti sono stati rapinati da una banca di fronte alla quale stavano incautamente passando. Le persone coinvolte, due pensionati e una casalinga, sono stati aggrediti da bancari mascherati ed armati di fucile a canne mozze ed alleggeriti della pensione appena ritirata e di alcuni risparmi.
Le forze dell’ordine, a fronte di sempre più frequenti atti di rapina compiuti dalle banche ai danni di inermi cittadini, invitano gli stessi a non transitare da soli e in possesso di denaro contante nei pressi degli istituti di credito”.

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Berthold Brecht

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“Questa mattina alcuni passanti sono stati rapinati da una banca di fronte alla quale stavano incautamente passando. Le persone coinvolte, due pensionati e una casalinga, sono stati aggrediti da bancari mascherati ed armati di fucile a canne mozze ed alleggeriti della pensione appena ritirata e di alcuni risparmi.
Le forze dell’ordine, a fronte di sempre più frequenti atti di rapina compiuti dalle banche ai danni di inermi cittadini, invitano gli stessi a non transitare da soli e in possesso di denaro contante nei pressi degli istituti di credito”.

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Esempi di dissonanze clericali. Il Papa porta vezzose scarpette rosse con il tacco e sfarzosi completini ricamati in oro e ornati d’ermellino ma i suoi portavoce ribadiscono che egli è “uomo semplice e sobrio” e non veste Prada. Ci mancherebbe, oltretevere vogliamo distinguerci da Lucifero.


Il luciferino Cardinal Marcinkus si rivolterà nella tomba sentendo il Papa dire che il denaro non è la cosa più importante del mondo anzi, citando un noto cattivone della fiction, “l’Uomo che Fuma” di X-Files, dire che “il denaro passa, Dio resta”. Come diceva qualcuno, il denaro non fa la felicità, però aiuta.
A proposito di dissonanze, il Vaticano ce l’ha ancora lo IOR, l’istituto per le opere religiose (muhahaha!), il gioiello del compianto Marcinkus che tanto danno fece negli anni ottanta? Se ce l’ha, le parole di Benedictus non fanno ridere.

Prosegue la fissazione papale contro i metodi anticoncezionali. Se pure lui ammette che i cattolici non lo ascoltano a riguardo la cosa dovrebbe farlo riflettere, invece se ne meraviglia, non se ne sa dare una spiegazione.
La sera, nel suo lettino, penserà: “Voglio imporre alle donne un figlio ad ogni scopata, io che ufficialmente non scopo, e loro si ribellano. Ma perchè come mai ma perchè?”
Perchè è un’insopportabile, assurda e ottusa violenza al corpo delle donne, ecco perchè. Oltre che una pretesa scellerata in un terzo mondo dove nascere non significa necessariamente sopravvivere. Per certi uomini vale il detto “pur che respirino”, per i preti diventa “pur che nascano”.

Per chi fosse interessato al perchè delle scarpette vermiglie e per chi mordicchia un tantino di tedesco, c’è questo interessante sito.
Non perdetevi il filmato perchè è troppo bellino e spiega il perchè del titolo (citazione da K.C. & The Sunshine Band).

http://www.youtube.com/v/k7sXDuKsexM&hl=it&fs=1

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Il luciferino Cardinal Marcinkus si rivolterà nella tomba sentendo il Papa dire che il denaro non è la cosa più importante del mondo anzi, citando un noto cattivone della fiction, “l’Uomo che Fuma” di X-Files, dire che “il denaro passa, Dio resta”. Come diceva qualcuno, il denaro non fa la felicità, però aiuta.
A proposito di dissonanze, il Vaticano ce l’ha ancora lo IOR, l’istituto per le opere religiose (muhahaha!), il gioiello del compianto Marcinkus che tanto danno fece negli anni ottanta? Se ce l’ha, le parole di Benedictus non fanno ridere.

Prosegue la fissazione papale contro i metodi anticoncezionali. Se pure lui ammette che i cattolici non lo ascoltano a riguardo la cosa dovrebbe farlo riflettere, invece se ne meraviglia, non se ne sa dare una spiegazione.
La sera, nel suo lettino, penserà: “Voglio imporre alle donne un figlio ad ogni scopata, io che ufficialmente non scopo, e loro si ribellano. Ma perchè come mai ma perchè?”
Perchè è un’insopportabile, assurda e ottusa violenza al corpo delle donne, ecco perchè. Oltre che una pretesa scellerata in un terzo mondo dove nascere non significa necessariamente sopravvivere. Per certi uomini vale il detto “pur che respirino”, per i preti diventa “pur che nascano”.

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Il luciferino Cardinal Marcinkus si rivolterà nella tomba sentendo il Papa dire che il denaro non è la cosa più importante del mondo anzi, citando un noto cattivone della fiction, “l’Uomo che Fuma” di X-Files, dire che “il denaro passa, Dio resta”. Come diceva qualcuno, il denaro non fa la felicità, però aiuta.
A proposito di dissonanze, il Vaticano ce l’ha ancora lo IOR, l’istituto per le opere religiose (muhahaha!), il gioiello del compianto Marcinkus che tanto danno fece negli anni ottanta? Se ce l’ha, le parole di Benedictus non fanno ridere.

Prosegue la fissazione papale contro i metodi anticoncezionali. Se pure lui ammette che i cattolici non lo ascoltano a riguardo la cosa dovrebbe farlo riflettere, invece se ne meraviglia, non se ne sa dare una spiegazione.
La sera, nel suo lettino, penserà: “Voglio imporre alle donne un figlio ad ogni scopata, io che ufficialmente non scopo, e loro si ribellano. Ma perchè come mai ma perchè?”
Perchè è un’insopportabile, assurda e ottusa violenza al corpo delle donne, ecco perchè. Oltre che una pretesa scellerata in un terzo mondo dove nascere non significa necessariamente sopravvivere. Per certi uomini vale il detto “pur che respirino”, per i preti diventa “pur che nascano”.

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