In questo post farò straordinarie affermazioni, rivelando quale, secondo me, è la verità ultima sugli UFO. Fico no? Lo spunto me lo danno due anniversari che ricorrono in questi giorni: il primo avvistamento ufficiale di dischi volanti, avvenuto il 24 giugno del 1947 da parte dell’uomo d’affari Kenneth Arnold e soprattutto quello che è passato alla mitologia come l’incidente di Roswell, il supposto schianto di un velivolo alieno sulla cittadina del Nuovo Mexico, avvenuto all’inizio di luglio di quello stesso anno.
Sessant’anni di storie appassionanti su alieni (buoni o cattivi a seconda del clima politico concomitante), dischi volanti, rapimenti, minacce spaziali, che però ultimamente, con l’inizio del nuovo millennio, sembrano essere passate di moda tutte in un botto. C’è un motivo? Secondo me si.

Come tutti i quarantenni e oltre, sono cresciuta con il mito di questa simpatica oggettistica volante non identificata; uno dei film che mi faceva più impressione da piccola era “Ultimatum alla terra” (ancora oggi guardando l’aletta del condizionatore che si apre penso a “Klatuu Barada Nikto”). Ero appassionata dei libri di Peter Kolosimo, dell’archeologia spaziale, insomma agli alieni ci credevo, pensavo che potessero benissimo farsi un giretto ogni tanto per guardare ‘sti fetenti di terrestri cosa stessero combinando. Avevo una visione decisamente junghiana del fenomeno, rassicurante, immaginifica e quasi sostitutiva della religione.

Mi sono un po’ insospettita quando, caduto il Muro di Berlino, è caduto all’unisono anche l’interesse per gli UFO, almeno a livello mediatico di massa.
E’ vero che gli anni 90 poi sono stati il decennio di Mulder, Scully e dello straordinario successo degli X-Files, ma è come se, finita la Guerra Fredda, fosse venuto meno il motivo principale di esistenza del fenomeno UFO. Gli UFO come fenomeno politico e strumento di propaganda? Uhm, può darsi.Ormai è assodato che tutta la fantascienza cinematografica d’invasione degli anni 50 nascondeva un significato propagandistico preciso, segnatamente anticomunista. Famoso il caso de “L’invasione degli ultracorpi”.

Gli UFO come prodotto di una gigantesca PSYOP, guerra psicologica? Le operazioni psicologiche militari (PSYOP), secondo gli americani, sono “l’insieme di prodotti e/o azioni che condizionano o rafforzano attitudini, opinioni ed emozioni di specifici target quali governi di Paesi stranieri, organizzazioni, gruppi o singoli individui alfine di indurli a comportarsi in modo tale da supportare gli obiettivi di politica nazionale statunitense”.

Per far capire a chi non c’era qual’era la potenza di suggestione mediatica degli UFO ai nostri tempi, ricordo che negli anni tra il 1950 e il 1990, tipicamente d’estate, avvenivano periodicamente le cosiddette “ondate di avvistamenti”. Per l’Italia gli anni di boom furono: 1950, 1954, 1962, 1973 e 1978. Proprio nel 1978, anno di uscita del film di Spielberg “Incontri ravvicinati del terzo tipo” furono registrati alle cronache quasi 2000 avvistamenti. Psicosi collettiva? Suggestionabilità?
Quegli anni non furono per nulla tranquilli, politicamente. Tanto per fare un esempio, nel 1950 il presidente Truman annunciò il programma per lo sviluppo della bomba all’idrogeno, iniziò il maccartismo e dulcis in fundo scoppiò la guerra di Corea. Ogniqualvolta il clima si faceva pesante, gli UFO sembravano giungere a dar manforte, a distrarre e creare angoscia e stato d’allerta. Alla faccia di Jung e dei suoi rassicuranti archetipi.

Il fenomeno UFO quindi inizia e termina in parallelo con la Guerra Fredda. E’ possibile che sia stato creato a tavolino, come mito da dare in pasto ad un pubblico che non doveva poi chiedere conto dell’aumento esponenziale delle spese militari, ingiustificate anche a fronte della minaccia sovietica? Se il rischio era un’invasione della Terra da parte di alieni ostili, al Pentagono sarebbe stata data altro che carta bianca, dai cittadini americani.

Pensiamo alla mitica Area 51, per la quale ufficialmente si è favoleggiato di rottami alieni, autopsie di marziani e cospirazioni governative atte a nascondere l’esistenza degli extraterrestri. Ciò che di sicuro di sa dell’Area 51 e delle basi militari ad essa similari è che lì sono stati testati tutti i più celebri aerei sperimentali, dall’U-2 Dragon Lady, agli SR-71, Blackbird, F-117 Nighthawk e stealth. Milioni e milioni di dollari spesi per conquistare un’egemonia imperiale sul mondo mentre degli alieni, diciamo la verità, non si è mai vista traccia concreta da nessuna parte. Nemmeno una cacchina dietro un cespuglio.

Allora facciamola, questa ipotesi sconvolgente. L’avvistamento di Arnold e l’incidente di Roswell potrebbero essere stati i primi mattoni di una costruzione mitologica, di una gigantesca operazione di propaganda psicologica che è andata avanti per quarant’anni.
Per rendere la balla ancora più credibile, grazie ad un abile utilizzo del “dire e non dire” si fece credere che il governo volesse nascondere la “verità sugli alieni”. Ogni tanto si creavano le “ondate” per tenere vivo l’interesse sul fenomeno. Dopo diversi anni si fece perfino uscire un fantomatico documento segreto (Majestic 12), che avrebbe finalmente rivelato le omissioni governative sulla verità aliena. Un falso nel falso.

In fondo il meccanismo è semplice. La mente umana non si accontenta delle spiegazioni semplici (il famigerato rasoio di Occam) ma tende a costruire complicati schemi sulla realtà.
Quindi se io, per dei miei scopi precisi, voglio convincere qualcuno dell’esistenza degli alieni basta che mandi in tv tutti i giorni esperti che neghino la loro esistenza. Per reazione il pubblico si convincerà che non solo gli alieni esistono ma che quegli esperti sono pagati dal governo per negarne l’esistenza. Mentre invece è esattamente il contrario.

Oggi il mito degli alieni, ossia del nemico invisibile ma onnipresente e onnipotente da combattere con qualunque spiegamento di forze, è stato sostituito dallo “scontro di civiltà”, dalla “guerra al terrorismo”, dal “nemico islamico”. In sostanza, l’anomalia di un impero onnipotente che deve pur tuttavia rendere conto democraticamente ai suoi cittadini dei suoi atti (almeno per ora), per continuare ad esistere ed armarsi all’infinito per raggiungere i suoi scopi deve inventarsi sempre un nuovo nemico da combattere.
Non è un caso, forse, che il momento mediatico di maggiore terrore che ha segnato l’inizio di questa guerra trentennale al terrorismo sia stato l’impatto di due aerei, due oggetti volanti sulle torri gemelle di New York. Una nuova Roswell, per il nuovo millennio?


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